Shije e Chöd

La pratica del Chöd nasce dai sutra del Buddhismo Mahayana della Prajnaparamita che trattano della natura vuota di tutti i fenomeni ed è quindi un metodo che ha lo scopo di portare il praticante alla realizzazione diretta della natura ultima di ogni cosa, la vacuità.

Tra l’ XI° e il XII° sec., il mahasiddha indiano Padamba Sangye, raggiunse Dingri in Tibet diffondendo gli insegnamenti della pacificazione della sofferenza (Tungel Shijepa).

La sua più famosa discepola fu la yoghini Machig Labdron che ricevette tutte le trasmissioni del lignaggio dei Siddha di Padamba Sangye, ma non solo: fu una grande praticante dello DzogChen, della Mahamudra e dei 6 yoga di Naropa.

Machig Labdron è conosciuta come la fondatrice della pratica del Chöd , letteralmente “tagliare”, ossia, tagliare l’attaccamento al proprio ego, causa di sofferenza e tormento nel samsara.

Gli insegnamenti di Padamba Sangye e di Machig Labdrön si diffusero in tutto il Tibet molto velocemente e vennero assorbiti da tutte le scuole tibetane.

I principi fondamentali del Chöd sono lo sviluppo di una grande Compassione (Karuna)  e una profonda Consapevolezza della Vacuità (Sunyata).

Il rituale del Chöd è l’ offerta del proprio corpo trasformato in nettare di saggezza ai Buddha e a tutte le classi di esseri senzienti, compresi i demoni che altro non sono che le proprie afflizioni mentali .

La pratica è cantata e accompagnata da strumenti rituali, il suono, infatti,  è un mezzo fondamentale in questa pratica perchè produce una risonanza nella nostra mente che non porterebbe  allo stesso risultato se fosse semplicemente recitato.

Il lignaggio di Machig Rinpoche è fortemente connesso alla pratica del Chöd e alla yoghini Machig Labdrön dalla quale ha derivato l’ appellattivo di Machig Rinpoche proprio perchè il suo monastero in Tibet sorgeva attorno alla grotta dove questa grande yoghini aveva meditato in passato.